giovedì 9 ottobre 2014

Sisters Of The Earth e Embracing The Seasons, due inediti delle The Sirens

Sinceramente, dopo l’annuncio del progetto The Sirens non sapevo proprio cosa aspettarmi. Tralasciando l’aspetto puramente filologico di aver riunito le prime tre vocalist del pussy metal sullo stesso palco, il resto è incertezza pura, a partire dal moniker che di più banale c’è solo la musica della Tuomassa. Da una parte c’è Mamma Anneke, che trasforma in oro tutto ciò che tocca. Dall’altra la Prozia Livia, che tutto ciò che tocca lo manda in vacca. Poi c’è Kari la Piromaniaca, anche lei trasforma in oro tutto ciò che tocca (e dà fuoco a ciò che avanza). E infine la Prozia Livia, che da quando i Theatre of Tragedy si sono sciolti ha raddoppiato gli sforzi e la roba la manda in vacca per due. Da questo epico scontro ad armi pari fra Bene e Male, di sicuro sapevamo di doverci aspettare SaturnineWhy So Lonely e, probabilmente anche lo stupro di …A Distance There Is…Venus, ché la Vegliarda non ce la fa proprio a lasciarle in pace. Invece, sorpresa! Non uno, ben due inediti a tre voci.



Sinceramente? ‘Ste due canzoni rendono pienamente giustizia alla banalità del moniker. Già chiamare una canzone Sisters Of The Earth nel 2014 è una caduta di stile che nemmeno i Piantosalidi si permetterebbero più (si spera), e non che Embracing The Seasons sembri più promettente. Ma anche andando a spulciare per bene, la sostanza è poca. Tanto per cominciare perché la Prozia Livia ha conservato il vizio che aveva già dai tempi di Aégis e Musique, ovvero di puntare i piedi per farsi amplificare a dismisura nel mix finale a discapito di qualsiasi altra cosa, tanto da coprire le voci ben più potenti di Mamma Anneke e della Piromaniaca. E poi perché dall’incontro di due voci così uniche (più la terza in omaggio con i punti del discount) ci si aspetterebbe dei capolavori di polifonia; e invece se cantano in terzina dopo essersi smezzate le strofe è già tanto, con tanto di missaggio che fa sembrare le altre due dei cloni della Prozia. Ma anche il livello compositivo lascia molto a desiderare: Sorelle di Modir l’ha chiaramente scritta Alex Trull e Thorsten Bauer la Prozia Livia, che è l’unica che ancora insiste col metal; basta ascoltarla, è un remix di Elegy o, se proprio gira bene, uno scarto dei Liv’s Ass e per estensione del suo ultimo album, con una melodia sciapa, una struttura che più prevedibile non si può e la sua voce che domina tutto. Embracing The Seasons è almeno ascoltabile, visto che probabilmente è un contributo di Mamma Anneke (la progressione degli accordi è ricorrente nelle sue canzoni), e mostra un minimo di polifonia in più e un missaggio che rispetta i timbri vocali originali, ma sa comunque di contributo buttato lì giusto per dire di averci messo mano. Non ci resta che sperare bene con il contributo di Kari, che però sarà assolutamente favoloso e un capolavoro (e non lo dico perché mi sta puntando una pistola alla testa).


Ma del resto, The Sirens è un supergruppo, e raramente i supergruppi si distinguono in positivo se non come mossa di marketing. Se le cose si mantengono così, speriamo che sia una parentesi breve e che lasci al più presto le cantanti libere di andare avanti con le rispettive carriere. E la Prozia Livia di tornarsene a preparare torte di tofu ai suoi amichetti del bosco.

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